Di Natale

Il Natale di Gabriele

Gabriele era un bambino molto cattivo che a scuola si comportava molto male, sputava, faceva gli sgambetti, diceva le parolacce, rompeva gli oggetti degli altri e faceva i dispetti.

Nel giorno di Natale stava dando i calci ai cani e alle persone povere, andò a letto alle 23:58, dopo due minuti arrivò Babbo Natale. Gabriele andò a vedere, lo chiamò Ciccio Natale poi lo picchiò.

Babbo Natale con una magia lo fece diventare buono. All’improvviso si trovò da solo, Babbo Natale era sparito. Gabriele telefonò a tutti e chiese scusa e Babbo Natale gli portò un regalo.

Amrit e Stefano

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Un Natale pieno di magia

Era il 18 Dicembre, Alessandro, un ragazzo di 10 anni, era prepotente e maleducato. Finì che un giorno nessuno lo volle più come amico.

Diceva molte bugie ai suoi compagni, che non lo sopportavano più.

Era la vigilia di Natale e lui scrisse la lettera per Babbo Natale poi andò a letto.

Fece un sogno molto strano: vide il fantasma del Natale che gli fece rivivere il passato, vide quando aveva spinto Marco contro il banco, quando aveva preso in giro Alessio per aver indossato la maglia viola, e anche tutte le altre volte che aveva preso in giro o aveva offeso o aveva fatto dei dispetti a qualcuno.

A quel punto si svegliò e augurò a tutti buon Natale, aiutò anche la mamma a fare le faccende di casa. Da quel giorno fu per sempre un bambino buono.

Andrea e Matteo

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Il giorno di Natale

Pochi giorni prima di Natale un bambino di nome Enrico gironzolava nelle vie decorate da festoni e ghirlande perché gli piaceva rompere le vetrine con la sua fionda.

Andò a casa felice di aver rotto dei vetri dicendo alla mamma che era stato buono, sua madre credeva alle sue bugie.

La madre andò in camera, aprì la finestra e vide una folla di persone arrabbiate che si dirigeva verso la loro casa. La madre andò da Enrico dicendogli che gli aveva mentito, Enrico molto dispiaciuto prese la giacca e se ne andò fuori a riflettere su cosa aveva fatto e molto tardi tornò a casa stanco di riflettere.

Il mattino dopo la madre vide Enrico scappare fuori dalla porta e lo fermò chiedendogli se aveva riflettuto su quello che aveva fatto.

Enrico rispose che aveva riflettuto a lungo e le chiese scusa pentito.

Dopo qualche giorno arrivò il Natale.

Enrico diventò buono e la madre gli regalò un pupazzo di pezza.

Daniel e Gabriele

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Un bambino gentile

Qualche anno fa c’erano due fratelli cattivi, avevano 10 anni e prendevano in giro e facevano dispetti a un bambino di nome Marco, un bambino gentile.

Stava arrivando il Natale e Marco sperava che i due fratelli cambiassero atteggiamento, almeno per quel periodo, ma non lo fecero.

Qualche giorno prima di Natale, Marco all’intervallo stava giocando con un suo amico, ad un certo punto arrivarono i due fratelli Smith che lo presero in giro.

Marco lo andò a dire alla maestra che li mise in punizione .

Purtroppo i fratelli non si resero conto che erano maleducati.

Arrivò la sera della vigilia di Natale e gli Smith pensarono che avrebbero ricevuto tanti regali, quella notte si svegliarono perché avevano sentito sentito dei passi: era Babbo Natale.

Il buon vecchio disse:« Sono venuto qui per farvi rendere conto di quanto siete stati dispettosi nei confronti di Marco!».

I fratelli Smith capirono di aver sbagliato e promisero di scusarsi con Marco.

Il giorno prima di Capodanno i fratelli bussarono alla porta di Marco che andò ad aprire; gli Smith si presentarono con un regalo.

Il bambino lo accettò con piacere, fecero pace e tutto tornò tranquillo.

Noman, Federico R. e Federico D.

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C’era una volta un bambino un po’ monello che non credeva a Babbo Natale.

La notte di Natale sentì un rumore e si svegliò.

Si alzò e andò in salone e non trovò nessuno ma trovò tanti regali.

Poi tornò in camera felice e si rimise a dormire.

La mattina seguente il bambino stava per uscire dalla porta per andare fuori a giocare con la neve, quando vide l’albero con altri regali.

Si avvicinò all’albero e aprì i suoi regali e anche quelli dei suoi genitori, quando i genitori lo videro lo sgridarono.

Il bambino disse loro che non era stato lui ma in realtà era stato lui.

Da quel giorno continuò a dire le bugie e a fare dispetti.

Un giorno la mamma scoprì tutto e lo mise in punizione per tre giorni.

Dopo tre giorni in punizione capì cosa vuol dire essere gentili, e a scuola non si comportò più male e non fece più dispetti.

Mattia e Mirco

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La magia del Natale

C’era un bambino di nome Luca che era molto cattivo perché rispondeva male ai suoi genitori e picchiava i suoi amici.

Alla mattina quando andava a scuola i suoi compagni si nascondevano da lui perché avevano paura e durante la lezione faceva lo sciocco.

Si stava avvicinando il Natale e tutte le vetrine dei negozi erano decorate, Luca vedeva le decorazioni mentre faceva una passeggiata.

Arrivò a casa e vide il papà steso sul letto, credendo che stesse dormendo gli disse:«Papà, invece di pensare alle decorazioni di Natale tu dormi!» ma il papà non rispose.

Luca ancora più arrabbiato disse:«Papà rispondimiii!», ma la mamma singhiozzando disperata e triste disse:«Luca mi dispiace ma tuo padre è morto» e lui piangendo disse:«No?! Come ha fatto a morire!» la mamma disse:«Lascia perdere figlio mio, vai in camera tua».

Il giorno dopo si comportò meglio perché credeva che era stato lui a far morire il padre, quando arrivò notte Babbo Natale chiamò Luca che scese e disse:«Chi è che mi chiama?».

Babbo Natale rispose:«Sono io, Babbo Natale, vieni!»

Luca disse:«Ciao Babbo Natale, cosa c’è?».

«Ti devo dire che tu sei stato generoso a dire che hai fatto morire tuo padre e quindi ti meriti due bei regali molto speciali.». Cosi Babbo Natale gli diede un regalo e Luca disse:«Ma dov’è il secondo regalo?».

«Vai su a vedere» così Luca andò e sentì la voce di suo padre che diceva:«Vieni! Figlio mio abbracciami!» e Luca rispose:«Evviva! Papà, allora non sei morto, è stata veramente la magia del Natale! Grazie Babbo Natale» e così tutti vissero un bel Natale.

Naomi e Martina

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Il Natale da Emanuele

C’era una volta una famiglia formata da una mamma sempre in giro a lavorare per aiutare i suoi cari, un papà, cuoco eccezionale, per lui ogni momento era buono per sfornare una torta, la loro figlia Stella, buona come il pane, aiutava di continuo i suoi amici e poi un figlio prepotente e disordinato, odiava tutto e tutti e disprezzava qualunque cosa… ecco, lui era Emanuele: nome buono bimbo cattivo.

– Che bell’albero che abbiamo fatto, è un vero e proprio capolavoro! – esclamò orgogliosa Stella.

Emanuele, sentendo quelle parole, si ricordò che la sua pallina preferita doveva essere al centro dell’albero, lo guardò e vide che l’avevano messa in basso e dietro, nessuno la riusciva a vedere da lì e per lui era una cosa inaccettabile; corse verso l’albero e lo distrusse.

Stella era molto dispiaciuta e si mise a piangere correndo nella sua camera.

Ad Emanuele non importava della tristezza di sua sorella, ormai non ascoltava più nessuno, neanche il papà che gli ricordò che il Natale era alle porte e che se lui continuava a fare i dispetti Babbo Natale non gli avrebbe portato il trenino che desiderava da tanto, ma il bimbo non gli diede peso e continuò a fare birbonate per tutta la settimana.

Natale arrivò e sotto l’albero non ci fu nessun regalo per Emanuele.

Lui corse in camera sua piena di rabbia.

Stella andò a consolarlo ricordandogli tutte le marachelle che aveva fatto durante l’anno: – Babbo Natale non ti ha portato i regali perché sei stato un bambino molto cattivo: hai disprezzato il vestitino di Maria, hai sporcato col fango i pantaloni nuovi di Ludovico, hai rotto il vaso che la mamma e il papà avevano comprato in Egitto…

– Hai ragione Stella, da oggi voglio essere un bambino bravo ed educato e comincerò col chiedere scusa a tutti. – disse Emanuele ed abbracciò sua sorella.

Così Emanuele diventò amico di tutti, il giorno dopo trovò sotto l’albero il suo regalo e fece i salti di gioia.

Emanuele pensò che il vero Natale non è solo il regalo sotto all’albero, ma l’amicizia tra tutti.

Il Natale viene tutti i giorni se si è bravi!

Linda e Rebecca

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Il racconto di un nonno

Una volta un vecchietto di nome Gianni raccontava, durante il periodo di Natale, ai suoi nipotini la ”magia” di quella festa e di come lui aveva perso l’uso delle gambe.

«Una volta cari figlioli io ero un bambino come voi, anche io saltavo e giocavo però da solo: ero odiato da tutto e da tutti; ero un vero e proprio birbante. Avevo sempre il modo per offendere e ridicolizzare i più deboli, ma una volta successe una cosa, qualcosa che ha lasciato il segno sia fisicamente che moralmente. Un giorno mi ero, come al solito, cacciato nei guai perché avevo picchiato un bambino così, per divertimento, ma proprio quel ragazzo in presidenza mi difese.

Quando uscii dalla stanza del preside lo buttai a terra offendendolo amaramente e dicendogli che non avevo bisogno di nessuno.

Sempre quel giorno mentre tornavo a casa, mia madre sbagliò uno stop e fece un frontale con una macchina che stava svoltando; l’esplosione fu grandissima ed insieme al guidatore dell’altra auto, anche le mie gambe se ne andarono ed io da allora non ho mai più camminato.

Giorni dopo, appena tornato dall’ospedale dopo un lungo intervento alle gambe, fui preso in giro da tutti, anche quelli che credevo i miei migliori amici, mi hanno offeso e giudicato male, mentre invece tutti quelli che prima disprezzavo, compreso l’africano, mi aiutarono e nel profondo provai una bella sensazione, qualcosa di bello, inebriante e soprattutto piacevole.

Da quel giorno io riconobbi che i veri amici sono quelli che si aiutano e che si amano.

Non si sa come né perché, ma quei giorni mi sentivo dentro il vero significato del Natale: amore ed amicizia!».

A quel punto i ragazzini, capito cosa significava veramente il Natale e che non è solo un giorno dell’anno, ma si può vivere tutte le volte che siamo gentili ed umili, aiutarono il nonno a rimettersi dalla poltrona alla carrozzella e poi cantarono tutti insieme delle canzoni natalizie in pace, allegria e compagnia.

Beatrice, Samantha e Riccardo

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Un viaggio nel presepe

Mattia era un bambino buono, generoso e dolce con gli altri ragazzini; ma da quando sua madre si era separata da suo padre, lui la odiava e credeva che il Natale senza suo padre non aveva più senso e soprattutto che lo spirito natalizio fosse una bugia.

La sera di Natale Mattia andò a trovare i bambini poveri e tornato a casa aprì un regalo che trovò sotto l’albero e pensò:«Il Natale serve solo a portare i regali! Lo spirito natalizio non …..»

Ma prima che potesse finire il pensiero apparve un angelo che disse :«Io sono l’angelo Giovanni e ti voglio dimostrare l’importanza dello spirito natalizio….» e l’angelo Giovanni prese per mano Mattia e lo fece apparire in un presepe.

Appena Mattia mise piede sulla terra il presepe si animò.

Lo avvicinò una donna che gli disse:«Veloce, veloce, il Messia sta nascendo!»

Mattia, che aveva sempre creduto in Gesù, corse dietro alla donna e la seguì alla capanna.

Arrivati davanti alla spoglia, fredda e misera dimora, Mattia vide Maria, la madre più dolce del mondo, che teneva in braccio Gesù, appena nato.

Mattia capì che una madre ama sempre un figlio e anche che, forse per tutti quegli anni, lo spirito natalizio gli era stato sempre accanto e che lui non l’aveva mai saputo ricompensare.

L’angelo riportò a casa Mattia e se ne andò.

Mattia cercò la madre e le disse :«Mamma mi dispiace di averti provocato tanto dolore, non lo farò mai più, ti voglio tanto bene e non smetterò mai di volertene!»

Alice e Sara

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